Edoardo Parisi e la “sua” prima pagina del giornalino della contrada torre “Torre che passione” (parte 1)

 

Edoardo Parisi e la “sua” prima pagina
del giornalino della Contrada Torre
“Torre che passione”
(dal 2010 al 2014)

(parte 1)

Edoardo Parisi… questo nome in Contrada Torre dice già tutto, senza spiegazioni e sicuramente prima che gli altri venissero a conoscenza delle sue indiscusse qualità personali. Contradaiolo bianco-celeste D.O.C., sempre attivo e partecipe ad ogni iniziativa torrigiana. Nel 1987 i suoi genitori appena sposati, Ezio e Meri, vennero ad abitare nelle case del Santini e quindi Edoardo ha sempre vissuto a pochi metri dal campanile, dalla piazza e dalla chiesa di San Gregorio Magno alla Torre.

Come ha raccontato più volte nella “sua prima pagina del giornalino della Contrada, TORRE CHE PASSIONE” questa frazione gli è entrata nel cuore, il campanile, la campagna e tutti i suoi amici ed amiche bianco-celesti da lui spesso definiti fratelli e sorelle.

La famiglia Parisi/Menichetti non ha bisogno di presentazioni per noi torrigiani.

 

Mamma Meri Menichetti colonna portante della Contrada Torre, nel triennio 2009-2012 vice-presidente, fortunello di contrada nel 2015, e poi nel gruppo sfilata con risultati strabilianti; infatti con le sue amiche e colleghe “maestre di sfilata” Cristina Samuela Erika Tiziana Desi Debora Marilena (e tante altre) sono riuscite a vincere per ben 4 volte il Premio Cardini per la migliore sfilata nel 2009 (con il tema “I Tintori”) nell’anno 2010 (con il tema “l’Apicoltura”) nel anno 2012 (con il tema  “cattura del lupo nei boschi delle cerbaie”), nel anno 2014 con il tema  “la pazzia e le cure psichiatriche nel xvii secolo”

https://www.prolocotorre.org/wordpress/la-pazza-contrada-torre-regina-del-premio-cardini-anche-.

 

Babbo Ezio Parisi, più taciturno ma non meno laborioso, sempre disponibile a costruire carri da sfilata fino a tarda notte con altri contradaioli.

 

La sorella Cristiana Parisi da sempre in Contrada Torre con Edoardo a mettere la propria disponibilità dove serviva, prima sbandieratrice poi ai tamburi ed attualmente nel Consiglio Direttivo 2019-2021.

 

Edoardo Parisi da sempre torrigiano, nato il 16 novembre 1988 , ha vissuto sempre all’ombra del campanile di San Gregorio Magno alla Torre, e quindi non poteva che non essere un torrigiano d.o.c. , fortunello di contrada nel 2011, sempre con i ragazzi ad animare le feste e cenini e cene della vigilia.

 

Lo ricordiamo vincitore con la Contrada Torre nel 2012 del Torneo di calcetto delle Contrade di Fucecchio ….“Torre che contro tutti i pronostici va a vincere questa edizione del Torneo delle Contrade con uno straripante ed immenso Parisi che in seguito riceverà il titolo di Capocannoniere e Miglior Giocatore del Torneo”

https://www.prolocotorre.org/wordpress/calcetto-delle-contrade-2012-trionfo-di-torre/

 

 

 

 

 

 

 

EDOARDO PARISI E LA “SUA” PRIMA PAGINA DEL GIORNALINO DELLA CONTRADA TORRE – TORRE CHE PASSIONE (2010-2014)

Dopo la prima uscita del giornalino nel novembre 2009, immediatamente si pensò (Giuliano e Meri) a rendere la prima pagina più interessante, originale ed allo stesso momento piena di sentimento torrigiano e tradizione; ci provammo invano da soli …. ed in quel momento Meri mi propose di far scrivere alcune righe a suo figlio Edoardo.

Da quel momento su ogni giornalino stampato, la prima pagina non poteva che essere la “sua prima pagina”, la prima pagina di Edoardo Parisi, con racconti e riferimenti realmente accaduti o fantasiosi ma pur sempre intrisi di passione, autorevolezza e resilienza, valori fondamentali per far parte di una contrada.
Dal 2010, per 4 anni, ho avuto l’onore e il privilegio di leggere in anteprima alla Torre i suoi bellissimi racconti prima che andassero in stampa, entusiasmanti ed emozionanti per il loro contenuto semplicemente fantastico.


In questa strana estate 2020, fatta di cose poco piacevoli ho pensato molto a questo mio Amico, con la A maiuscola nonostante la differenza di età fra noi, alle sue parole piene di passione e positività, a quanto ha scritto nelle sue prime pagine per tanti anni…

ed ho pensato di fare cosa gradita
di riproporre i suoi bellissimi racconti…

03 giornalino – 2010

“SONO COME LA PIANTA CHE CRESCE SULLA NUDA ROCCIA:
QUANTO PIÙ MI SFERZA IL VENTO
TANTO PIÙ AFFONDO LE MIE RADICI.”

di Edoardo Parisi

La contrada continua la sua cavalcata verso il palio ! Ho camminato per la mia strada, dalla casa in cui sono nato alla piazza il tratto è breve e stamani ho deciso di percorrerlo a piedi. La mattina per la strada non passa quasi nessuno, il mio paese conta pochi abitanti. Sono arrivato al centro della piazza, quella piazza in cui da piccolo giocavo con i miei amici e che pareva non finire mai, mi sembrava più grande un po’ di tempo fa. La chiesa, gli ulivi ed i campi sono tutti là … alzo gli occhi, il campanile si staglia verso il cielo tinto di bianco-azzurro. Pietra dopo pietra è stato costruito con il sudore di chissà quante persone… ed è ancora là, dopo centinaia di anni continua a vegliare sul nostro paesino, tanto da esserne diventato l’emblema. Con i suoi rintocchi ha scandito il tempo di chissà quanti Torrigiani, cosi si chiamano gli abitanti del mio paesino. Io qui ci sono nato, ci sono cresciuto come altri miei fratelli e sorelle. Ognuno di essi deve affrontare ogni giorno problemi, deve superare ostacoli, scalare montagne. Ed è dura per tutti. La vita per noi Torrigiani è persino più dura di persone che magari hanno molto più pane di noi… ma non hanno i denti. Noi i denti ce li abbiamo tutti e nonostante qualche schianto, sono ancora tutti integri. Combattiamo ogni giorno, ma almeno combattiamo sotto gli stessi colori, i colori del cielo, i NOSTRI colori. Combattiamo, consapevoli che i veri Torrigiani, quelli che, vuoi per indole, vuoi per natura, vuoi per dono divino hanno il cuore più grande di tutti, lottano sempre. Vegliano su di noi, ci aiutano se ne abbiamo bisogno. E’ questo che fa grande un popolo. Non costruzioni gigantesche, né infinite ricchezze, né eserciti mirabolanti. Vorrei che qualcuno venisse a dirci “poveri esigui contadini, più grandi di noi c’è solo il cielo…” sarebbe troppo facile rispondergli: “INFATTI IL CIELO E’ BIANCO-AZZURRO”… troppo facile.

04 giornalino – 2010

“ AL MIO SEGNALE, SCATENATE L’INFERNO … ”
(Massimo Decimo Meridio)

“Credere senza paura”

di Edoardo Parisi

“Il guerriero della luce crede”. Proprio come credono i bambini. Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere. Poiché ha la certezza che il proprio pensiero possa cambiargli la vita, la sua vita comincia a cambiare. Poiché è certo che incontrerà l’amore, l’amore compare. Di tanto in tanto, è deluso. Talvolta, viene ferito.
E allora sente i commenti: “com’è ingenuo!”
Ma il guerriero sa che il prezzo vale. Per ogni sconfitta, ha due conquiste a suo favore.  Tutti coloro che credono lo sanno.”

Fratelli miei ci avviciniamo con balzi da gigante alla settimana più importante dell’anno, la settimana del palio. Tutti noi sogniamo quel cencio appeso fra le nostre mura, tutti noi speriamo che la notte della tratta si tramuti in una notte finalmente magica per i colori bianco-azzurri, che la sorte ci dia in dono il cavallo più veloce, che la fortuna ci assista in buca, che il nostro fantino

finalmente alzi il frustino al cielo. Noi crediamo in tutto ciò, abbiamo lottato ogni giorno affinché questo avvenga. Ma fermiamoci un attimo prima dello sprint finale, guardiamoci un attimo indietro e guardiamo cosa siamo riusciti tutti insieme a costruire; Siamo partiti,anzi ripartiti,dalle vecchie ceneri e, come la leggenda narra, siamo risorti come una Fenice.

Abbiamo dimostrato non a parole, ma con i fatti, che da piccoli inizi nascono grandi cose. Posso dire con sicurezza che abbiamo creato un gruppo saldo ed unito , un gruppo che finalmente può definirsi davvero una contrada formata da contradaioli, un gruppo destinato inevitabilmente a crescere. Abbiamo organizzato alla grande ogni gita, ogni cena, ogni festa, e questo lo testimonia l’enorme affluenza di persone sì di contrada che non, che si sono sempre dimostrate più che soddisfatte per le manifestazioni a cui hanno partecipato in numero sempre maggiore. Abbiamo riportato la gente alla Torre, l’obiettivo che il consiglio si era prefissato. BENE. Adesso si fa dura per tutti gli altri. Gli altri che si sono sempre vantati di essere più uniti di noi, di essere più di noi, di essere migliori di noi, avranno una muraglia da abbattere. La muraglia di scudi bianco-azzurri più solida che abbiano mai incontrato in questi anni di battaglie e di palii. Il motivo? Semplice. Non è un armata di estranei che si ritrovano sette giorni l’anno e che poi dimenticano chi sono e da dove provengono. Combattono contro un armata di amici disposti a dare sé stessi, 365 giorni l’anno per i colori bianco-azzurri, animati dalla voglia di rivalsa e di rivincita, dalla voglia di dimostrare quanto valgono. Il palio è fatto di molte variabili, tra cui la fortuna che gioca un ruolo fondamentale e che spesso ci ha voltato le spalle. Quest’anno ce n’è anche per lei… Abbiamo un grande rispetto per tutti, la consapevolezza di dover migliorare ancora molto, ma paura di nessuno. In bocca al lupo alla contrada, ci incamminiamo verso il Grande Giorno… SEMPRE A TESTA ALTA FRATELLI MIEI, COMUNQUE VADA “AL MIO SEGNALE SCATENATE L’INFERNO”.

05 giornalino – 2010

“ PRIMA CHE QUESTA BATTAGLIA SIA FINITA,
IL MONDO SAPRÀ CHE POCHI
TENNERO TESTA A MOLTI…”
(Re Leonida)

di Edoardo Parisi

Vai…ma non guardarlo negli occhi… chiedi chi era sua madre…la madre di sua madre… perché il sangue si trasmette con il sangue…controlla il suo respiro… guarda la sua bocca… senti il suo petto…il palmo tra i muscoli…lo zoccolo pieno… i tendini asciutti che disegnano il vento…guardalo correre… gioire.. trottare…guarda l’ampiezza dei suoi passi… ma non guardarlo negli occhi, perché se lo farai il tuo cuore gioirà con lui… sentirai le sue pene e il suo sorriso… e i tuoi occhi saranno i suoi…” Passano i giorni,ci avviciniamo al gran giorno e sempre più spesso mi sento dare del folle perché sono pronto a donare me stesso per far si che il mio cuore, il mio cavallo, la mia contrada, possa tagliare per prima il traguardo. Cosi provo un attimo a fare finta di non essere fucecchiese, di non essere Torrigiano … di essere una persona che sta al di la del padule, al di la della Buca… oltre le 12 contrade… cosa ne potete sapere voi di che cosa significa aggrapparsi alla spalla di un tuo fratello, la sera della Tratta, con il cuore in gola ogni volta che viene pronunciato il nome di un cavallo. Come potete sapere voi, poveri amici miei, .che cosa significa guardare negli occhi il cavallo .donatoci dalla sorte, sussurrandogli nell’orecchio : .“ amico mio, domani devi volare, devi tagliare il traguardo per primo, devi regalarmi un sogno ”. Voi che vivete nel vostro mondo al di la della buca… non sapete come è bello poter indossare un foulard per diventare automaticamente parte di una grande famiglia. Poter correre, sudare, ridere e combattere sempre sotto gli stessi colori. I colori che ti hanno battezzato, che ti hanno regalato fratelli e sorelle, che ti autorizzano a dire una tua idea, una tua opinione, a litigare perché no… semplicemente perché il tuo cuore sotto la pelle batte bianco-azzurro. Perché mi chiamate folle se vedo cadere il mio fantino, il mio cavallo…se non sono in finale… e scoppio a piangere? Scommettiamo che se il mio cavallo taglia per primo il traguardo io arriverò prima di te, chiunque tu sia straniero, a staccare quel maledetto Cencio dal palco e a stringerlo forte fra le mani?!. Mi chiedi cosa darei per vincere il palio?… semplice… TUTTO. . E pazienza se tu, tutte queste cose non le sentirai mai, non le capirai mai, e continuerai a non capire. Non saprai mai cosa significa cavalcare, perché il mio popolo galoppa con il suo cavallo il giorno del palio. Ed in sella ad un cavallo l’uomo può riuscire a placare il suo slancio verso l’infinito. A sentirsi, anche solo per un istante,più vicino al cielo. Abbiamo aspettato 364 giorni per ottenere una rivincita. E’ l’ora di assaporare di nuovo l’odore di terra battuta. E’ arrivato il giorno di tirar fuori le armi, la rabbia, la speranza. Oggi voi potete sognare, ancora una volta. Potete correre come non avete mai corso e come non correrete per altri 364 giorni. Oggi . finalmente voi siete liberi. Sussurrate al vostro cavallo . qual è il vostro sogno… spingetelo quando penserà di . essere stremato, FINO ALLA FINE. Ditegli che i suoi . occhi saranno i vostri… Applauditelo comunque corra.. Perché è solo in questo giorno maledetto che Noi tutti . potremo volare.”UT FINEM ! ! !”

6ª uscita Dicembre 2010

“ Le guerre vanno e vengono,
ma i miei soldati restano in eterno …”
– Tupac –

di Edoardo Parisi

Pronti a ripartire!!! Con il giornalino ma soprattutto pronti a ripartire in vista della nostra corsa più importante, il nostro palio!!! Non ho mai scritto la prima pagina parlando di singole persone perché la forza che ci spinge ad andare avanti tra mille difficoltà è sempre sgorgata dall’anteporre alla parola io la parola “ NOI ”. E’ questo che da la forza a questa piccola GRANDE Contrada di andare avanti, lo è sempre stato. Nella prima uscita del “nuovo giornalino” voglio parlarvi, se me lo permettete, in particolare di un ragazzo che, per motivi indipendenti da lui e dalla sua famiglia, ha dovuto “emigrare” dalla propria terra natìa per trasferirsi in città, in una casetta non troppo lontana dai suoi campi e dal suo campanile. Questo ragazzo era nato sentendo i rintocchi del campanile, aveva bevuto l’acqua della fonte di S.Gregorio, aveva giocato nel campino del prete ed aveva vissuto di fronte una strada dove passava una macchina ogni tanto… d’un tratto s’era trovato spaesato, non sentendo più quei rintocchi, vedendo passare molte più macchine di fronte alla sua nuova casa, perso quando, alzando gli occhi al cielo, non riusciva più a .scorgere il suo bandierone bianco-azzurro. o .non riuscendo più a sentire quelle voci, le voci di .quei ragazzi che l’avevano accompagnato durante .tutta la sua vita. E’ stato così che qualcuno di molto importante, d’un tratto, ha aperto una finestra nel muro di camera sua. Se il ragazzo si affaccia da questa finestra vede il prato del Santini, vede gli alberi che lo hanno protetto fin da piccolo, scorge il campanile in lontananza… il bandierone sventola più fiero che mai, il cielo è azzurro sopra la piazza di S.Gregorio. C’è un bambino che, seduto sull’erba fresca, sogna guardando l’orizzonte con un pallone in mano. Quando ho bisogno apro questa finestra, è li a portata di mano… riesco a vedere la vita nella mia Torre, la mia gente.. il mio passato ma anche il mio futuro… i colori che porto dentro al cuore sono gli stessi. Ho capito che, quando nasci in un posto, tu sei quel posto. E dovunque tu vada, che tu sia vicino o tu sia lontano, rimani lì perché quella è casa tua, perché la TORRE riamane dentro il tuo cuore. Liberi di separarsi senza separarsi mai. Così inizia il nuovo anno… inizia con dei cambiamenti. Una cosa non cambia: la voglia di vincere. La fame di vittoria, di stringere quel cencio fra le mani, il desiderio di dire a mio figlio: quel Cencio l’ha vinto anche tuo papà. Lottiamo senza fermarsi mai. Senza arrendersi mai. Un immenso in bocca al lupo alla Contrada e a tutti i contradaioli uniti da una Torre che non crollerà. mai. Hanno provato a distruggerla ma noi l’abbiamo ricostruita ed io ne ho la prova… mi basta aprire la finestra di camera mia, per vederla in lontananza , pronta a proteggermi da chi volesse attaccarmi, pronta a cullarmi di nuovo con i suoi dolci rintocchi.

fine prima parte