19 ottobre 1969 inaugurazione dell’impianto di elettrificazione delle campane e dell’orologio pubblico, iniziativa proposta da Don Giuseppe Mainardi e sostenuta dal comitato presieduto da Giovanni Buti. 

19 ottobre 1969 inaugurazione dell’impianto di
elettrificazione delle campane e dell’orologio pubblico,
iniziativa proposta da Don Giuseppe Mainardi
e sostenuta dal comitato presieduto da Giovanni Buti.
 

 

 

“ Il 27 ottobre 1968, nella solennità della Madonna del Rosario, il Priore annunciò, per la prima volta, tale proposta, ripresa e sostenuta anche agli inizi del 1969, tra Epifania e Pasqua…
… Domenica 19 ottobre 1969, in occasione della solennità della Madonna del Rosario, fu inaugurato l’impianto di elettrificazione delle campane e dell’orologio pubblico, con la partecipazione del corpo musicale di S. Miniato; la festa fu coronata da uno spettacolo pirotecnico.”

Se la ‘battaglia’ contro la lampada non fu vinta dal Priore, circa quindici anni dopo egli ottenne un risultato molto più importante, grazie al sostegno del popolo: alla fine degli anni Sessanta, infatti, fu installato l’orologio sul campanile e furono elettrificate le campane, proprio come avevano già fatto le comunità parrocchiali di Massarella, Ponte a Cappiano, Querce, Fucecchio, S. Pierino, Stabbia ed altre ancora.177 Il 27 ottobre 1968, nella solennità della Madonna del Rosario, il Priore annunciò, per la prima volta, tale proposta, ripresa e sostenuta anche agli inizi del 1969, tra Epifania e Pasqua.178 L’iniziativa del parroco incontrò numerose adesioni tra i fedeli di Torre: la domenica delle Palme del 1969 si riunirono circa trenta capi-famiglia che costituirono un comitato pro elettrificazione delle campane e orologio. Giovanni Buti fu eletto presidente; egli cercò di coinvolgere tutti i parrocchiani ai quali rivolse una lettera per spiegare le ragioni dell’iniziativa promossa e per chiedere una nutrita partecipazione popolare.179 Scriveva, infatti, il neopresidente: «Nella riunione del 31 marzo [1969] fu rilevata soprattutto l’urgenza di tale iniziativa, che non sarà solo per il parroco, ma di tutto il popolo della Torre: per adeguarsi al progresso dei tempi e per essere al pari con gli altri popoli vicini […]; perché le campane sono un vincolo di unità per tutto il popolo, che sente in esse la voce comune, simbolo di unione; per avere una esatta regolarità nel suono della campana nelle varie ore del giorno […], dato che con la motorizzazione si avrà anche il suono automatico ad orario. Per questi motivi credo opportuno sensibilizzare tutta la popolazione […] e rivolgo l’invito a tutti e a ciascuno a prendere parte al Comitato, perché esso sia il più possibile rappresentativo».180 Il 24 aprile 1969, Giovanni Buti indirizzò ai fedeli di Torre un’altra lettera per informarli dei costi necessari alla realizzazione del progetto, affidato alla ditta Scarselli di Lastra a Signa. Il preventivo ammontava a lire un milione e cinquecentocinquantamila, di cui cinquecentomila offerte dal Comune di Fucecchio per l’installazione dell’orologio pubblico. Per questa ragione il presidente del comitato chiese ai torrigiani un contributo generoso: appositi incaricati sarebbero passati da tutte le famiglie della frazione per ritirare le offerte fino al raggiungimento della spesa prevista.181 Domenica 19 ottobre 1969, in occasione della solennità della Madonna del Rosario, fu inaugurato l’impianto di elettrificazione delle campane e dell’orologio pubblico, con la partecipazione del corpo musicale di S. Miniato; la festa fu coronata da uno spettacolo pirotecnico.

Un ringraziamento particolare all’amico Maurizio Buti (qui in foto con suo nonno Corrado) per avermi concesso una foto del suo bisnonno Giovanni e poterla mostrare a tutti coloro che vorranno leggere questa storia  

  

 

 

 

 

 

 

 

Le campane hanno un’origine molto antica.

Con il Cristianesimo hanno acquistato un’importanza fondamentale non solo nella vita religiosa, ma in tutti gli aspetti della vita sociale. Il loro grande sviluppo si è avuto nel Medio Evo, quando hanno cominciato a segnare i ritmi e lo svolgimento della vita sia individuale che sociale. In ambienti dove non si conosceva nessun mezzo per la misura del tempo se non il corso del sole sul cielo durante la giornata e delle stelle con la luna durante la notte, il suono della campana segnava tutti i momenti salienti dello scorrere della giornata e della vita. La campana era praticamente l’orologio che misurava il passare del tempo. Nella civiltà contadina la giornata iniziava all’alba e finiva al tramonto: il contadino iniziava il suo lavoro quando cominciava a farsi giorno e tornava a casa quando il sole scendeva oltre l’orizzonte, d’estate e d’inverno; la notte era per il riposo. Ebbene, la campana ritmava questo scorrere della vita quotidiana. Al mattino, a mezzogiorno e al tramonto la campana suonava tredici tocchi (tre + quattro + cinque + uno): i tocchi dell’ aurora si chiamavano mattutino, quelli di mezzogiorno l’angelus e quelli delle sera vespro o ventunora. Quando suonavano questi tocchi la gente faceva il segno della croce e recitava l’Angelus Domini (l’Angelo del Signore).

Le campane segnavano anche i giorni di festa e i giorni di lavoro con suoni diversi. Così gli avvenimenti lieti e quelli tristi, come i matrimoni e i funerali, venivano annunciati con rintocchi differenti.

(tratto da https://digilander.libero.it/ortonaprpa1/primapagina-10ed-lecampane.htm

l’articolo dell’impianto di elettrificazione delle campane
e dell’orologio pubblico
è tratto dalla pubblicazione:

“AL TEMPO DEL PRIORE DON GIUSEPPE MAINARDI
Immagini e cronache da San Gregorio alla Torre”

Prof. Francesco Campigli (2011)