Fuggiti dalle persecuzioni in Ruanda si ‘rifugiano’ a Torre. Loro si sposano e il paese li festeggia

Fuggiti dalle persecuzioni in Ruanda si ‘rifugiano’ a Torre. Loro si sposano e il paese li festeggia.

Storia a lieto fine per Vivien Dusabimana e Chantal Ingabire. Parenti in arrivo da mezza Europa e grande festa nella frazione. Lo sposo è fratello del parroco di Staffoli.

Sabato 4 agosto, alle ore undici, nella chiesa di S. Gregorio Magno alla Torre, nel Comune di Fucecchio, si è svolto un matrimonio speciale, unico per la comunità locale e non solo: le nozze tra Vivien Dusabimana e Chantal Ingabire, originari del Ruanda (piccolo stato dell’Africa centro-meridionale) e residenti a Torre da quasi un anno. I due sposi, da diversi anni in Italia, sono fuggiti dal loro paese per motivi razziali e politici poiché l’etnia di cui fanno parte è stata oggetto e lo è tuttora di gravi persecuzioni. I due sposi, cattolici, sono stati accolti, sin dal loro arrivo a Torre, con amicizia dall’intera comunità parrocchiale, che si è resa disponibile a supportare il loro matrimonio. Venerdì 3 agosto, il Consiglio Pastorale ha organizzato una cena d’accoglienza per oltre quaranta parenti e amici connazionali degli sposi, giunti nella frazione collinare di Fucecchio dal Belgio, dalla Francia, dall’Inghilterra e da varie parti d’Italia. Nella cornice dell’ex sala da ballo del circolo ricreativo, i torrigiani hanno manifestato la loro vicinanza alla comunità ruandese giunta per l’occasione. Gli invitati sono stati ospitati per alcuni giorni nei locali dell’ex asilo parrocchiale e nella canonica. Tra i presenti Padre Emanuele, viceparroco di Ponzano a Empoli, ruandese anche lui e amico degli sposi, che ha ringraziato la comunità di Torre per la solidarietà e l’amicizia dimostrata, definendo tale evento come “un miracolo dell’accoglienza e dell’integrazione”. Il giorno successivo il matrimonio è stato celebrato da don Massimo Coretti, parroco presso la Cattedrale diocesana di Anagni, nel Lazio, dove lo sposo Vivien ha vissuto e studiato per diversi anni nel seminario vescovile. Hanno concelebrato altri nove sacerdoti, di cui sei ruandesi, due congolesi, oltre al parroco di Torre, Padre Tomas Zaragoza. Tra i preti presenti il parroco di Staffoli, fratello maggiore dello sposo. Il matrimonio è stato accompagnato da canti e danze tipicamente ruandesi che hanno conferito un sapore “etnico” e spettacolare all’evento religioso. All’organo il Maestro Carlo Fermalvento della Cattedrale di San Miniato. La festa è poi proseguita a La Rotta, nel Comune di Pontedera, il cui parroco, Don Wenceslas ha messo a disposizione una sala per il pranzo nuziale, allestito con cura da alcuni fedeli.

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